Musicoterapia e stato vegetativo

La Musicoterapia è inserita nei percorsi di facilitazione che mirano all’arricchimento emotivo delle persone in stato vegetativo.
Fa parte di una serie di interventi che concorrono a questo obiettivo attraverso l’utilizzo di linguaggi specifici per aumentare il ventaglio delle stimolazioni offerte e che hanno, come caratteristica comune, il volersi prendere cura della totalità della persona che si trova in questa situazione.

Lo sforzo congiunto di tutti i professionisti che operano con i pazienti in stato vegetativo è orientato quindi a cercare il canale di comunicazione più adatto ad evidenziare funzionalità residue, quelle da tenere in considerazione per stimolare più efficacemente le vie integre che possano permettere un sempre più possibile contatto con l’ambiente.

Nello specifico gli interventi sono finalizzati a:

  • Rafforzare la sicurezza emotiva nei confronti del mondo circostante (famiglia, operatori, ambiente in generale) finalizzata a migliorare la comunicazione e la relazione, attraverso la strutturazione di nuove forme di attaccamento e di sintonizzazioni affettive.
  • Aiutare a favorire la ricostruzione dell’immagine di sé e dello schema corporeo.
  • Lavorare sui tempi di attenzione e sull’orientamento spazio-temporale, favorendo, in questo modo, la maggior comprensione di ciò che accade dentro ed attorno a sé.

Il musicoterapista persegue questi obiettivi attraverso l’attivazione di patterns alternativi della funzione cognitiva grazie allo stimolo sonoro-musicale che può essere modulabile nelle proprie caratteristiche e che ha un duplice impiego di vie di trasmissione, quella timpanica e quella ossea, quest’ultima frequentemente conservata integra in questi pazienti.

L’intervento di Musicoterapia parte da una recupero degli elementi costitutivi dell’identità sonora dei pazienti attraverso un’anamnesi sonoro – musicale (canzoni, musiche, preferenze, ambiente sonoro di provenienza, capacità musicali e strumentali, reazioni a suoni e rumori, ecc…) svolta interpellando i parenti da parte del musicoterapista o degli operatori della struttura.

Gli obiettivi sono perseguiti grazie all’impiego di modalità di lavoro che si collocano su di un continuum d’intervento che va:

  • Dall’ISO Universale e la Musicalità intrinseca: l’aspetto musicale che ci caratterizza in quanto esseri viventi appartenenti alla specie umana
  • Alla Biografia individuale: tutti quegli aspetti ed esperienze musicali che costituiscono il nostro essere persona unica ed irripetibile.

Il grado di integrazione o separazione delle due polarità dell’intervento, sia nella singola seduta che nello svilupparsi dell’intervento nel medio e lungo periodo, dipende da fattori quali la gravità del paziente, il percorso terapeutico, gli obiettivi.

Il linguaggio musicale grazie alle sue composite caratteristiche, ci permette di lavorare su diversi piani che vanno dall’udire, in cui lo stimolo è percepito ed elaborato dal paziente ad un livello sensoriale, all’ascoltare, con un primo passaggio al livello cognitivo, ed infine, all’interazione; immaginando così un ipotetico percorso che prevede il passaggio dell’operare del paziente attraverso la coscienza nucleare, caratterizzante l’attività percettiva, alla coscienza estesa che consente il lavoro mentale.

Questo percorso, per quel che ci compete e ci caratterizza, avviene attraverso la stimolazione sonora del paziente, che può attuarsi tramite diverse fonti.

La prima e decisamente importante fonte di stimolazione sonora è la “voce”, declinata nei suoi due aspetti principali: quella “parlata”, tipica del racconto, della narrazione di eventi, e quella “cantata”.

L’altro aspetto della stimolazione è legato all’ascolto di eventi sonori, intesi nella visione più ampia del termine, quindi non solo la riproduzione di brani musicali registrati, ma anche di tutte quelle esperienze sonore (dai suoni naturali a quelli tecnologici) che possono essere significativi ed utili al paziente.

Una parte significativa di questa stimolazione avviene attraverso l’esecuzione dal vivo di eventi sonori vocali e strumentali, utilizzando, almeno nella fase iniziale dell’intervento, in modo separato i parametri musicali del ritmo (giochi vocali con il nome del paziente, scansione temporale del suono proposto, diversità di suoni….), della melodia (suoni singoli, semplici cellule melodiche riproposte) e dell’armonia (uso della voce e dell’accompagnamento musicale) che in seguito vengono riuniti nello stesso stimolo sonoro proponendo eventi maggiormente complessi e che attingono dall’anamnesi musicale.

(estratto da un articolo in pubblicazione)